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Grand Prix Scientifique dell'Institut de France Fondation Lefoulon-Delalande alla scienziata italiana Elisabetta Dejana

2016.06.08

Parigi, 8 giugno 2016 - Individuare una terapia farmacologica per curare i cavernomi cerebrali, una patologia poco nota ma che colpisce più di una persona su 500 e, fino ad oggi, asportabile solo tramite rimozione chirirgica, con i rischi che l'operazione comporta. Per questa ricerca Elisabetta Dejana, scienziata dell'IFOM e dell'Università Statale di Milano, è stata insignita oggi dall’Institut de France Fondation Lefoulon Delalande del premio più prestigioso al mondo per la ricerca cardiovascolare: il Grand Prix Scientifique 2016.

Il premio è stato istituito nel 2005 dall’Institut de France con il supporto finanziario della Fondation Lefoulon-Delalande per riconoscere scoperte fondamentali nel campo della ricerca cardiovascolare. I candidati vengono selezionati da una giuria internazionale costituita da 14 scienziati. L'edizione 2016 vede premiata, oltre ad Elisabetta Dejana, la scienziata francesce Elisabeth Tournier-Lasserve.

Cosa sono i cavernomi cerebrali? Si tratta di una malformazione dei vasi cerebrali, familiare o sporadica, caratterizzata dalla formazione di agglomerati di vasi sanguigni abnormemente dilatati e fragili, chiamati “caverne”, che possono manifestarsi con emorragie intracerebrali, deficit neurologici, crisi epilettiche e mal di testa ricorrenti.

Si stima che la probabilità di sviluppare cavernomi cerebrali riguardi più di una persona su 500, ma nella maggior parte dei casi (70-80%) possono rimanere silenti anche per tutta la vita, senza dare alcun sintomo. L’unico trattamento oggi possibile per curare i cavernomi cerebrali è rappresentato dalla rimozione chirurgica tramite craniotomia, che si rende necessaria solo se sono sintomatici o in espansione.

Pur essendo sempre più sicura grazie alle metodiche di precisione della microchirurgia, la rimozione neurochirurgica può risultere critica: questo soprattutto se il paziente è un bambino o se il cavernoma è ubicato in un’area cerebrale delicata o nel midollo spinale, perché l’intervento rischia di provocare danni alle strutture cerebrali sane circostanti.

Una conoscenza più approfondita dei meccanismi molecolari alla base della formazione dei cavernomi, ottenuta grazie alle ricerche condotte dalla professoressa Dejana e dal suo team, sembra indicare la via per approcci terapeutici alternativi alla chirurgia, meno invasivi e più risolutivi.

Fondation Lefoulon-Delalande Institut de France
Grand Prix Scientifique dell'Institut de France Fondation Lefoulon-Delalande
Intervista a Elisabetta Dejana

    ultimo aggiornamento: 19/07/16