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L'Accademia Nazionale dei Lincei conferisce il premio Feltrinelli a Elisabetta Dejana

2014.11.14

Roma, 14 novembre 2014 – in occasione dell'inaugurazione del suo 412esimo Anno Accademico l'Accademia Nazionale dei Lincei, la più antica del mondo, ha conferito stamane a Palazzo Corsini il Premio "Antonio Feltrinelli" 2014 alla scienziata Elisabetta Dejana, tra i massimi esperti internazionali di Angiogenesi, a capo dell'Unità di Angiogenesi dell'IFOM di Milano e Professore Ordinario di Patologia Generale all'Università degli Studi di Milano.

La Commissione ha assegnato al'unanimità il Premio - destinato alla Patologia molecolare e cellulare, Oncologia, Immunologia, Microbiologia e Genetica medica - alla Professoressa Dejana per la sua brillante carriera e le numerose scoperte nel campo dell'angiogenesi e, in particolare, per i suoi studi sulla patogenesi e sulla terapia sperimentale della Cerebral cavernous Malformation, valutate di grandissima rilevanza e importanza.

I cavernomi cerebrali sono una malformazione congenita o sporadica che può dare origine a emorragie cerebrali ed è fino ad oggi curabile solo tramite asportazione neurochirurgica. Dejana e il suo team di scienziati dell'IFOM e dell'Università degli Studi di Milano hanno recentemente identificato per la prima volta un possibile approccio terapeutico per curare i cavernomi cerebrali, una malformazione congenita o sporadica che può dare origine a emorragie cerebrali ed è fino ad oggi curabile solo tramite asportazione neurochirurgica.
La scoperta, pubblicata su Nature, ha individuato in una terapia antiinfiammatoria e antitumorale la possibile cura per questa patologia.

CHI È ELISABETTA DEJANA

Bergamo Scienza
Elisabetta Dejana

Elisabetta Dejana è una scienziata specializzata nella ricerca sulla formazione del sistema vascolare, responsabile del programma di Angiogenesi presso l'IFOM (Istituto FIRC di Oncologia Molecolare) di Milano, il centro di ricerca dedicato allo studio della formazione e dello sviluppo dei tumori a livello molecolare voluto e finanziato dalla Fondazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, e Professore Ordinario di Patologia Generale all'Università degli Studi di Milano.

Fin dalla creazione dell’Istituto nel 1998, Dejana dirige l'unità di ricerca dedicata allo studio delle modalità con cui il tumore si procura il nutrimento necessario per svilupparsi, creando un suo proprio sistema vascolare, e allo sviluppo di nuovi farmaci antitumorali in grado di agire attraverso l'inibizione dell'angiogenesi tumorale.

La professoressa Dejana è autrice di oltre 300 studi pubblicati sulle riviste scientifiche più accreditate a livello internazionale e i suoi lavori sono stati, nel complesso, citati più di 27,000 volte. Fa parte del comitato editoriale delle principali riviste scientifiche internazionali di biologia cellulare e ha vinto diversi premi internazionali per la sua attività di ricerca.

Elisabetta Dejana si è distinta per i suoi importanti contributi in questo ambito di ricerca ottenendo riconoscimenti prestigiosi da parte della comunità scientifica internazionale e della società civile, tra cui nel 2005 l'onorificenza di Ufficiale al Merito della Repubblica assegnata dall'allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, le laurea honoris causae assegnate dall'Università di Helsinki nel 2010 e, da ultimo, dall'Università di Francoforte, nel novembre 2014.

Dal luglio 2014 è membro del Consiglio Superiore della Sanità, con l'incarico di Presidente della Sezione Seconda (Requisiti strutture sanitarie per accreditamento, qualità, Asl e ospedali, professioni sanitarie e formazione, sangue, emoderivati e trapianti).

Tra le principali ricerche condotte dalla scienziata si segnala in particolare una ricerca condotta alla fine degli anni '90 che individua nella VE-Caderina (Vascular-Endothelial cadherin) quella specifica proteina "adesiva" che, allo stesso modo di una cerniera lampo, tiene unite tra di loro le cellule del tessuto endoteliale. Lo studio osserva per la prima volta che la VE-Caderina, agendo sulla stabilizzazione della struttura vascolare, ha un ruolo chiave nel processo di vascolarizzazione dei tumori e, quindi, costituisce un importante "bersaglio" per le terapie volte all'inibizione dell'angiogenesi tumorale. Inattivando il gene di questa proteina infatti i vasi sanguigni tumorali non si formano correttamente, con la conseguenza che il tumore "affamato" dal mancato apporto di sangue tende a regredire e diventa più sensibile a terapie con azione mirata, senza compromettere la normale vascolarizzazione nei tessuti sani.

    ultimo aggiornamento: 10/04/15